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Il segmento testuale Comando Supremo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 20Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 506

Brano: [...]si un sicuro controllo di questa zona in funzione antisovietica e dei loro interessi imperialistici; e quelle americane, che invece non intendevano sottrarre forze all'operazione principale in Francia. Il compromesso tra queste posizioni venne raggiunto nell’agosto 1943, con la decisione di considerare lo scacchiere mediterraneo secondario rispetto all'operazione nella Manica (v. Overlord, Operazione).

Alla fine di agosto il re, Badoglio e il Comando Supremo avevano un quadro sufficientemente preciso, anche se non completo, delle intenzioni degli angloamericani. Questi erano disposti a riconoscere il governo Badoglio come valido interlocutore per la stipulazione dell'armistizio e ad effettuare a breve termine uno sbarco nel centro della Penisola, ma esigevano la resa incondizionata dell’Italia prima dello sbarco e ciò per l’ovvio motivo di evitare che tale operazione venisse in qualche modo ostacolata, oltre che dai tedeschi, dalle stesse truppe italiane. Per facilitare la trattativa, essi si resero disponibili a fare alcune concessioni politiche[...]

[...] vero che le autorità italiane si erano premurate di informarne gli stessi Comandi germanici.

Ma l'ordine più importante, cui si richiamano molti autori per dare una tinta “patriottica” all’operato dei responsabili italiani nel disastro dell'8 settembre, è la famigerata Memoria O.P. 44 (v.), preparata dallo Stato Maggiore dell'esercito tra il 22 agosto e il 2.9.1943.

Il testo di questo documento non esiste, perché tutte le copie inviate al Comando Supremo e ai Comandi periferici furono distrutte subito dopo la ricezione e perfino l’originale, che era stato conservato presso l’Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore dell’esercito, venne dato alle fiamme alle 6,30 del 9 settembre perché « in quel momento

premeva di non lasciar traccia di alcun pezzo di carta contenente notizie compromettenti ». (Gli ufficiali incaricati della consegna avevano il compito di ritirare come ricevuta l’ultima pagina della “Memoria”, ma anche queste parti del documento vennero distrutte il 9 settembre).

Sembra comunque accertato che la Memoria O.P. 44 desse disp[...]

[...]nel documento provocarono nei comandanti destinatari disorientamento e sconcerto (in Sardegna (v.) il generale Basso, comandante dell’isola, trattenne per tre giorni l’ufficiale incaricato della consegna del dispaccio, considerandolo una spia o un provocatore), o ne fornirono il pretesto.

In ogni caso la “Memoria” non era stata diramata alle unità stanziate in Albania, nel Montenegro, in Erzegovina e nelle isole dell’Egeo, che dipendevano dal Comando Supremo (il quale provvide a “orientare” i Comandi subordinati solamente il 6 settembre), e neppure ai presìdi territoriali (ad esclusione di Milano e Bologna), direttamente dipendenti dal Ministero della Guerra. Infine l’ordine di applicazione, che avrebbe dovuto mettere in moto la reazione generale delle truppe italiane contro gli attacchi dei tedeschi, per decisione di Badoglio e del generale Ambrosio non venne mai trasmesso.

Dopo la firma dell’armistizio “corto” e a parziale integrazione della Memoria O.P. 44, il 6 settembre furono preparati due altri documenti: Promemoria n. 1 e n. 2.

Il P[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 505

Brano: [...]o e il generale Adami Rossi avvenne solo il 6 settembre e con un risultato completamente negativo; a Modena e in numerosi altri centri.

A volte furono gli stessi antifascisti a suggerire le misure “tecniche” e le decisioni da prendere per fronteggiare lo scontro imminente: è il caso, ad esempio, di alcuni antifascisti milanesi, tra cui Giovanni Gronchi, Virgilio Neri e Gianantonio Manci, che nei primi giorni del settembre 1943 presentarono al Comando Supremo e allo Stato Maggiore dell'esercito un progetto per la difesa del Trentino AltoAdige, proposta che incontrò l’indifferenza e la passività degli Alti Comandi. Anche per questo episodio però non si trattò solo di un tradizionale preconcetto verso i “civili” o di inettitudine dei responsabili militari ma, piuttosto, di una precisa strategia delle alte gerarchie delle forze armate, ben diversa da quella che gli antifascisti andavano sollecitando.

Le trattative per l'armistizio

L’operazione che aveva portato alla sostituzione di Mussolini e alla rottura deH'alleanza con la Germania aveva avu[...]

[...]lti Comandi militari quando ormai fu chiaro che i tedeschi non erano affatto disposti a consentire pacificamente il ritiro dell’Italia dalla guerra, anzi consideravano il nostro paese come la difesa avanzata dei territori occupati dalla Germania (la conferma definitiva delle loro reali intenzioni si ebbe il 15.8.1943, al convegno tenutosi a Bologna tra i responsabili militari tedeschi e italiani) .

Il piano elaborato dal re, da Badoglio e dal Comando Supremo escludeva perciò la possibilità di resistere militarmente all’aggressivo alleatooccupante tedesco e più che mai respingeva l’ipotesi di un contributo attivo dei gruppi antifascisti e delle masse popolari alla lotta che si sarebbe dovuta in tal caso accendere. Al massimo, tale piano affidava la possibilità di una resistenza italiana contro i tedeschi alla effettuazione di uno sbarco angloamericano, purché questo avvenisse prima della proclamazione dell’armistizio. Ciò avrebbe permesso, secondo le previsioni dello Stato Maggiore italiano, un ribaltamento del fronte relativamente indolore, sia p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 828

Brano: [...]sodio del conflitto. Mosca era l’obiettivo fondamentale perseguito dallo Stato Maggiore hitleriano convinto che, dopo la caduta della capitale, l’occupazione deH’Unione Sovietica non sarebbe stata che una gigantesca operazione di polizia. La tesi secondo la quale i sovietici non possedevano più un vero e proprio esercito organizzato, capace di resistere alle armate tedesche, riecheggiò sulla stampa fascista di lutto il mondo e nei bollettini del Comando Supremo tedesco dopo le prime settimane di strepitose avanzate in territorio sovietico.

Lo schieramento

I tedeschi schierarono grandi forze per raggiungere quello che essi ritenevano l’obiettivo strategico e politico decisivo. Mentre nei settori periferici dell’immenso Fronte Orientale impegnarono anche truppe slovacche, ungheresi e rumene (v. Barbarossa, Operazione), nel settore centrale dello stesso fronte misero in linea il fior fiore dell’esercito nazista. Nella direzione di Mosca concentrarono più del 40 per cento delle loro forze e metà delle loro divisioni corazzate. Forzato il Fronte Or[...]

[...] località contrattaccarono dalla linea del canale VolgaMoscova verso sud di Dimitrov, bloccando così il Gruppo corazzato tedesco che attaccava Mosca da nord.

Di fronte alla insuperabile resistenza dei difensori di Tuia, la II Armata corazzata tedesca aveva intanto deciso di aggirare questa città da sudest e di spingersi verso Kamir per prendere alle spalle le forze che difendevano il settore di SerpukhovTula. Intuita la minacciosa manovra, il Comando Supremo sovietico concentrò nel settore di Kamir un corpo di cavalleria e il 27 novembre, quando i nazisti si fe



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 854

Brano: [...]o e di sprezzo del pericolo (Napoli Afragola Zona di Volturno, Settembre 1943 Marzo 1944) ».

iVSurphy, Robert Daniel

N. il 28.10.1894 a Milwaukee (Wisconsin); diplomatico statunitense. Incaricato d’affari americano presso il governo collaborazionista di Vichy dopo l’occupazione tedesca della Francia, fu successivamente ministro rappresentante di Roosevelt nell’Africa francese e nel settembre 1943, come capo degli Affari Civili presso il Comando Supremo alleato, partecipò ai negoziati per l’armistizio italiano (v. Armistizio di Cassibile). Consigliere politico degli Stati Uniti nel Comando alleato in Italia dal 1943 al 1944, nel 1945 passò in Germania.

Nel 1952 fu ambasciatore in Giappone, nel 1953 vicecapo della delegazione degli Stati Uniti all’O.N.U. e nel 1959 sottosegretario agli Affari Esteri (Dipartimento di Stato).

Paimiro Togliatti così riferisce sul suo primo incontro con R. D. Murphy: « Quando venni ricevuto [da Murphy] pochi giorni dopo lo sbarco a Napoli, volle sapere, com’era suo diritto, cosa pensavo delia situazione, ma[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 504

Brano: [...]uazione resa assai difficile dal trasferimento dei poteri alle autorità civili e dai fermenti annessionistici favoriti dalla presenza delle truppe francesi.

G.Do.

Cavallero, Ugo

N. a Casale Monferrato (Alessandria) il 20.9.1880, m. a Frascati (Roma) il 12.9.1943.

Ufficiale di carriera, si mise in luce durante il primo conflitto mondiale, nel corso del quale, dopo Caporetto (v.), assunse la direzione dell’Ufficio operazioni di Diaz al Comando supremo. Rappresentante militare italiano alla Conferenza della pace (1919), si dimise successivamente dall’esercito per dedicarsi ad attività industriali. NeH’aprile 1925, come elemento di fiducia del regime fascista negli ambienti militari, divenne sottosegretario di Stato alla Guerra, con poteri di ministro. Nel 1926 fu nominato senatore. Alla fine del 1928 riprese l’attività industriale come presidente dell’Ansaldo (v.) di Cornigliano. Nel 1932 fu delegato alla Conferenza del disarmo e nel 19361937 fu messo a capo delle forze armate italiane nell’Africa orientale.

Promosso generale d’armata ne[...]

[...]llero che non

lo salvò agli occhi di Badoglio, mentre, all’indomani dell’8 settembre,

lo avrebbe fatto sentire in tali difficili condizioni dinanzi all’ex alleato e amico Kesselring, da non lasciargli altra soluzione, voluta o provocata, che un colpo di pistola alla tempia: il 12.9.1943 i tedeschi

lo trovarono (o lo fecero trovare) a Frascati, esanime su una poltrona di vimini. Lasciò un interessante diario 19401943, pubblicato postumo: Comando Supremo (Bologna, 1948).

B.An.

Cavallo, Italo

Tenente Italo. N. a Firenze il 29 ago



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 563

Brano: [...]nte colonnello al comando di un battaglione di fanteria della Divisione « Perugia ».

Pur manifestando la propria ostilità ai tedeschi e la piena adesione al movimento di liberazione locale, ebbe un durissimo scontro con i nazionalisti albanesi che pretendevano la consegna delle armi. Dopo essere riuscito, combattendo anche contro i tedeschi, a raggiungere con il suo reparto Santi Quaranta, fu designato a portarsi a Brindisi per prospettare al Comando Supremo la gravità della situazione. Espletata la missione, pur essendogli stato offerto di rimanere in patria volle ritornare presso i suoi uomini per condividerne la sorte.

Rimasto in Albania, continuò la lotta sempre più serrata contro i tede

563



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 226

Brano: [...] si erano mostrate inadeguate al compito loro affidato dagli eventi. La più attendibile storia militare ha portato in giusta evidenza gli enormi errori strategici e tattici compiuti durante i tre anni di guerra dagli Alti Comandi che si erano mostrati incapaci di capire fa psicologia del soldato italiano e

l avevano costretto a una disciplina prussiana, servendosi di misure repressive anche sanguinose (frequenti le decimazioni). Per contro il Comando Supremo (quando pure era stato messo in guardia dai servizi segreti) non aveva mai saputo prevedere né prendere le misure adeguate ogniqualvolta il nemico aveva assunto iniziative di grande impegno, come nella Battaglia degli altipiani e durante l’offensiva sull’Isonzo, culminata nella rotta di Caporetto (v.). Era mancato perfino quel minimo di dignità che avrebbe dovuto impedire ai capi di scaricare le proprie responsabilità sui sot■ toposti: si ricordino le accuse di viltà formulate dal generale Luigi Cadorna nei confronti dei reparti coinvolti nel disastro di Caporetto e arresisi, secondo il coman[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 336

Brano: Venezia, Divisione

Il generale Oxilia, appoggiandosi all'ala di un aereo CR 42 diretto in Puglia, scrive al Comando Supremo comunicando che i soldati sono pronti a battersi contro i tedeschi (settembre 1943)

gio, a Crkvice, l'83° Reggimento perse circa 700 uomini. In luglio, il generale Bonini lasciò il comando al generale Carlo Oxilia.

Contro i tedeschi

L’8.9.1943 la “Venezia” disponeva di 12.604 uomini che presidiavano le zone del Montenegro e del Sangiaccato tra i fiumi Lim e Tara. Oxilia, dopo aver concentrato le truppe in un triangolo ben definibile tra Berane, Matesevo e Andrijevica, fece saltare i ponti sui fiumi e si destreggiò abilmente fra le richieste tedesche e quelle partigiane, riuscendo a e[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 691

Brano: [...]o, Lo

addirittura abolire l'istituto del sottocapo di S.M.G. e, presa in mano la propria carica, varò il R.D. 27.6. 1941 n. 661 che rafforzava i suoi poteri non verso Mussolini ma sugli altri capi di S.M.. Tuttavia, benché Cavallero avesse cercato di impedirlo, i capi di S.M. della marina e dell'aeronautica, in quanto sottosegretari e perciò membri del governo, continuarono ad avere accesso diretto a Mussolini. Lo S.M.G. veniva trasformato in Comando Supremo (C.S.) e riceveva razionale organizzazione, formando tre reparti e numerosi uffici con centinaia di ufficiali. In pratica il C.S., oltre a monopolizzare i contatti dell’esercito col dittatore, assorbiva tutto il lavoro operativo nonché i rapporti con l'industria. Agli S.M. di Forza Armata, in continua sovrapposizione coi rispettivi ministeri, restavano, pur sempre sotto la vigilanza del C.S., funzioni ordinative e amministrative. Quello dell’esercito ebbe anche il comando delle armate nel territorio nazionale e, in taluni periodi, quello della 2a Armata in Croazia.

Nelle operazioni, l’impu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 329

Brano: [...]enimenti seguiti alla dichiarazione d’armistizio, a Lero non si ebbero esitazioni: fu subito chiaro a tutti quale fosse il nemico da combattere e come bisognava combatterlo. I tentativi tedeschi per avviare trattative furono lasciati cadere. La preparazione alla difesa si sviluppò immediatamente e con un’ampia visione anche delle condizioni morali degli uomini, dando un esempio di ciò che in ogni scacchiere avrebbe dovuto tempestivamente fare il Comando Supremo: furono tenute subito, in ogni parte dell’isola, numerose assemblee nelle quali i marinai, i soldati e gli operai militarizzati sentirono la gravità del momento, reso ancora più drammatico dalla sconcertante caduta di Rodi (11 settembre), avvenuta quasi senza combattere.

Il 12 settembre giunse a Lero la prima missione inglese ed ebbe così inizio la collaborazione politicomilitare tra italiani e Alleati.

Fu concordato che la difesa contraerea navale restasse agli italiani e che quella terrestre passasse agli inglesi. Questa suddivisione di compiti, voluta dagli inglesi, sarebbe poi stata[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Comando Supremo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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